FRANCESCO ZAVATTARO ARDIZZI
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A proposito di scultura

Aforismi, articoli e curiosità

Come nasce un bassorilievo

10/15/2019

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Come si realizza un bassorilievo?
E, prima ancora, cos'è un "bassorilievo"?

Come suggerisce il termine, il bassorilievo è una scultura in rilievo, di poco aggettante rispetto al piano su cui è impostata.
Nasce come elemento decorativo per parti architettoniche esposte alle intemperie, in cui sarebbe impensabile esporre un dipinto. Se il rilievo è ridotto al minimo, si arriva all'arte della medaglia (monete, cammei); se le figure si staccano dal piano di sfondo, aggettando, si parla di altorilievo. L'altorilievo veniva impiegato nei templi greci per le decorazioni del timpano, perché la figura doveva risultare riconoscibile dalla distanza anche con una elevata angolazione. Il bassorilievo, infatti, aggetta molto poco, ed un punto di vista laterale fornisce un'immagine deformata, difficilmente riconoscibile. Il bassorilievo era invece spesso usato per i fregi della trabeazione, o per elementi decorativi posti ad altezza d'uomo.
Il bassorilievo fornisce un'illusione prospettica, una sorta di trompe-l'oeil della scultura. Non potendo ricorrere ai colori, ai toni chiari e scuri, la profondità e la prospettiva vengono ottenute ricorrendo alle variazioni tonali offerte dalla diversa riflessione della luce, modulando delicatamente la superficie in argilla.
Un efficace metodo per avvicinarsi al bassorilievo, è eseguire uno studio a carboncino del soggetto che si intende rappresentare, nella stessa scala che si intende impiegare per il bassorilievo.
Qui a margine ho riportato lo studio a carboncino della Sibilla Delfica, dipinta da Michelangelo nella volta della Cappella Sistina.
Il disegno a carboncino costringe infatti allo studio di luci ed ombre, senza poter ricorrere ai colori. Le gradazioni di chiari e scuri ci faranno da guida nella successiva modellazione dell'argilla.

Si procederà innanzitutto preparando una tavola di legno, possibilmente rugosa, fissandovi una tavoletta alla base, ed inserendo alcune "farfalle" a mezza altezza (piccole croci di legno legate col fil di ferro), così da evitare che il piano di argilla possa scivolare. Rivestiremo la tavola di argilla, di spessore di circa 2-3 cm, e la "tireremo" con l'aiuto di una stecca di legno, così da ottenere una superficie piana.
Predisporremo quindi un supporto a leggio sul trespolo girevole, così da poter regolare la tavola in posizione verticale.
Fissata la tavola sul leggio con l'aiuto di alcune morse, tracceremo la sagoma del nostro soggetto sul piano di argilla, verificando e comparando le misure con l'aiuto di un compasso.

​Posizioneremo quindi la luce in maniera che colpisca lateralmente la tavola. Così facendo, potremo apprezzare le variazioni di luminosità ottenibili variando minimamente l'inclinazione della superficie modellata.
Procederemo quindi modellando la sagoma della porzione più aggettante del soggetto raffigurato (nel caso in esame, il braccio anteriore sinistro della Sibilla). Stabilito l'aggetto di questo elemento (un paio di cm), dovremo raffigurare tutti gli altri elementi, collocandoli in piani compresi tra questo elemento ed il piano della tavola. Per farlo, dovremo studiare la sovrapposizione dei piani (il braccio, l'avambraccio, la spalla, il collo, i capelli; e risalendo verso il volto, il lembo sinistro del cappuccio, gli zigomi, la fronte ed il mento, il lembo destro del cappuccio, il naso naso).
Procederemo quindi confrontando lo studio a carboncino ed il modellato, cercando di ottenere lo stesso effetto in termini di luci ed ombre. È un lavoro lungo e difficile, ma di grande soddisfazione.
Il bassorilievo, se eseguito correttamente, è di grande effetto, proprio perché l'immagine appare all'improvviso, quando osservata frontalmente.
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Disponibile ora il Manuale di Scultura Modellata Figurativa !

9/3/2019

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Un manuale compatto, articolato in moduli di difficoltà progressiva, illustrato con più di sessanta foto ed immagini a colori.
Un testo pensato per accompagnare l’artista che intende esercitarsi nell’arte della scultura modellata di genere figurativo: dai primi rudimenti, alla tecnica di base, fino al ritratto ed alla figura.
Tecniche e metodi per imparare ad osservare e tradurre il modello nel modellato in argilla, ma anche indirizzi e strumenti per raccogliere referenze fotografiche, eseguire rilievi e determinare rapporti di scala, organizzare una seduta di posa con il modello, realizzare armature appropriate.
Ma non solo modellazione: il manuale espone con sequenze passo-passo come preparare la scultura alla cottura, realizzare calchi in gomma siliconica, repliche in gesso, patine protettive e di finitura.
Ed ancora, gli accorgimenti per eseguire i controlli di fonderia, identificare l’opera, e redigere un certificato di autenticità a regola d’arte.
Un testo utile all’esordiente come allo scultore già avviato, per mantenersi aggiornato allo stato dell’arte della tecnica scultorea modellata.

Il manuale è il frutto di un lavoro di studio, sperimentazione e formazione che ha abbracciato l'intero arco formativo dell'autore, dagli studi classici a quelli ingegneristici, organizzativi ed artistici.
Disponibile su Amazon.it in formato digitale (Kindle) e cartaceo!

Qui acquistabile il libro cartaceo (ISBN 9781689609852): 144 pagine, formato 15x23 cm.
Qui acquistabile il formato Kindle (ASIN B07X87Q17B).
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Al via le iscrizioni ai corsi di scultura modellata !!!

5/22/2019

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Sono aperte le preadesioni ai corsi di scultura figurativa!

Le lezioni saranno tenute a partire da Ottobre 2019, raggiunto il numero minimo di adesioni, il sabato mattina dalle 9:30 alle 12:30 a Torino.
Il corso sarà articolato in moduli didattici, di difficoltà progressiva. Per l'accesso ai moduli avanzati è raccomandato il possesso delle competenze di base. I moduli verranno attivati raggiunto un numero minimo di adesioni confermate (minimo 4 ), e le classi saranno composte da non più di 8 corsisti.

Articolazione del corso:
·      Modulo A :       avvicinamento alla scultura modellata
·      Modulo B:         corso base di scultura figurativa modellata
·      Modulo C1:      corso avanzato di modellazione - il ritratto
·      Modulo C2:      corso avanzato di modellazione - la figura
·      Modulo D:        realizzazione del calco dal modello e replica in gesso
·      Modulo E:         patinatura

Info, programmi e costi alla pagina dedicata del sito:

https://fza-sculture.weebly.com/corsi.html
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Come nasce una scultura: la "Madonna della Scala"

5/9/2018

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Come è nata l'idea di realizzare una scultura rappresentante la Madonna della Scala?
Essenzialmente lavorando sullo studio del bassorilievo di Michelangelo, conservato in Casa Buonarroti a Firenze, che ho avuto modo di ammirare nel corso di un periodo di studio svolto nell'estate del 2017 presso la "The Florence Academy of Art".
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Il bassorilievo originale, di Michelangelo Buonarroti.
Il bassorilievo

La “Madonna Della Scala” è un bassorilievo giovanile di Michelangelo Buonarroti (1475-1564). L’opera, considerata il primo lavoro pervenutoci di Michelangelo, è databile al 1491 circa.

La Vergine è ritratta di profilo, seduta su un blocco di pietra, col busto eretto e lo sguardo assorto. Solleva un lembo della veste per allattare, o forse proteggere, il Figlio assopito.
Il panneggio del vestito di Maria è composto da due vesti: una leggera, fine tunica che arriva fino ai piedi, ed un pesante manto dagli spessi drappeggi posato sulle spalle, raccolto con la mano sinistra. Il bimbo è nudo.
La critica ha osservato come la mano destra del Bambino, girata verso l’esterno, sia stata usata in seguito più di una volta dall'artista per simboleggiare l'abbandono del corpo al sonno od alla morte, come nella raffigurazione di Lorenzo de’ Medici (tombe medicee) o nella Pietà Bandini (Museo dell’Opera del Duomo).
Il disegno di studio

Lo studio dal vero del bassorilievo ha consentito di apprezzare la quantità di dettagli presenti e di valutarne ulteriori possibili interpretazioni.
L’abbandono del lattante in braccio alla madre, in una posizione del tutto innaturale, sembra rimandare al rigor mortis della croce, più che al sonno. Lo sguardo assorto della Madre potrebbe essere indizio della presa di coscienza del drammatico destino del Figlio, particolare esaltato dal contrasto con i giochi cui si dedicano i fanciulli ritratti sullo sfondo.
La rappresentazione della Vergine, colta mentre solleva un lembo della tunica per scoprire il seno e porgerlo al lattante, parrebbe al contempo un mezzo per enfatizzarne l’istintivo gesto di pudicizia.
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Lo studio del bassorilievo, eseguito a matita.
Nell'eseguire il disegno di studio (immagine a margine) sono state ridotte le proporzioni delle mani della Madonna e la muscolatura del Bambino, probabilmente enfatizzate dal giovane Michelangelo per conferire maggior effetto prospettico al bassorilievo.
La scultura a tutto tondo

Nell'eseguire il disegno di studio, è sorta l’idea di tentare una raffigurazione spaziale in tre dimensioni del capolavoro originale. Il "lato nascosto" del bassorilievo poteva infatti essere riprodotto a partire dagli indizi visibili nel bassorilievo, e messi in luce dal disegno di studio,
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Lo studio preparatorio si è concentrato innanzitutto sulla postura della Madonna, sullo studio delle vesti e sulla posizione del Bambino.
L'esame delle vesti ha evidenziato in particolare l'assoluta coerenza del drappeggio del mantello, raccolto con la mano destra ed appena visibile nel bassorilievo originale. Dalla posizione del piede destro è stato altresì possibile intuire la posizione della gamba, non visibile nel capolavoro. Lo stesso dicasi per il braccio destro.

Il risultato mi ha consentito di apprezzare maggiormente la postura scelta da Michelangelo per la Madonna, che nella vista spaziale a tutto tondo rende ancora più percepibile il senso di protezione e pudicizia nell'atto di scoprirsi il seno per allattare il Figlio.
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Per la modellazione della scultura ho scelto una creta a grana media, semirefrattaria. Al contempo ho scelto di ridurre la scala di rappresentazione a circa la metà del bassorilievo originale (approssimativamente 1/4). Ho predisposto un'armatura metallica ed una seduta in legno, sulla quale ho impostato l'opera, procedendo per affinamenti progressivi (foto 1)

Per addivenire all'opera finale, in bronzo, ho dovuto dapprima eseguire un calco siliconico del modellato in creta (foto 2, 3, 4). Dal calco è stato ricavato il positivo in cera (foto 5), e da questo il bronzo (tecnica "a cera persa"). Il bronzo è stato quindi cesellato, controllato e ritoccato (foto 6), ed infine patinato con acidi e solventi (foto 7).
​Positivo in cera, colata in bronzo, cesellatura e patina sono state materialmente eseguite dalla Fonderia Artistica Mapelli di Cesate (Milano).
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(foto 1) Il modellato in creta.
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(foto 4) Lo stampo completo (tre strati di silicone, e forma in gesso di supporto).
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(foto 2) Primo strato di silicone liquido per la realizzazione dello stampo.
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(foto 5) Positivo in cera, ritoccato, numerato e firmato.
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(foto 3) Secondo strato di silicone liquido per la realizzazione dello stampo.
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(foto 6) Bronzo cesellato, pronto per la verifica finale prima dell'applicazione della patina.
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(foto 6) L'opera completata, in bronzo patinato. Edizione n° 1/3, cm 39x25x17.
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L'opera esposta per la prima volta alla mostra "La luce dell'annuncio" presso lo Spazio Demarchi (3-31 maggio 2018).
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Lo scultore ed il marmo

4/15/2018

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Gian Lorenzo Bernini, "Ratto di Proserpina" (Museo Nazionale di Villa Borghese, Roma)
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Dettaglio dal "Ratto di Proserpina"
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Giuseppe Sanmartino, "Cristo velato" (cappella Sansevero, Napoli)
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Patrick Tuttofuoco, "The Power Napper"
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Dettaglio da "The Power Napper"
La scultura in marmo è probabilmente la versione più nobile tra quelle possibili. Non solo per il valore del materiale (un blocco di marmo pregiato può costare svariate migliaia di euro), ma anche, in campo figurativo, per la possibilità di rendere il contrasto tra la fredda materia ed il tenero incarnato, per la trasparenza che ne caratterizza alcune varietà (marmo statuario), per la possibilità di modulare luci ed ombre giocando con il grado di finitura (lucido od opaco).
In Italia possiamo vantare una grande tradizione nella scultura del marmo, che ha consentito la produzione nel tempo di assoluti capolavori come "Il ratto di Proserpina" od il "Cristo velato", in cui il marmo è stato incredibilmente trasformato dal lavoro dello scultore.

Alcuni scultori sono passati alla storia proprio per l'abilità con cui hanno imparato a lavorare il marmo. Primo tra tutti Michelangelo, poi superato in abilità dal Bernini. Tuttavia, specialmente nella loro maturità artistica, pochi di essi continuarono a scolpire integralmente le proprie opere. Bernini per esempio delegava ai suoi assistenti buona parte dei dettagli esecutivi (come per esempio le foglie dell'"Apollo e Dafne", realizzate da un suo allievo), preferendo concentrarsi sulla prima fase di impostazione della figura.
Altri scultori, al contrario, si limitavano a dare l'ultima mano di finitura alle opere, e delegavano ai propri numerosi assistenti tutta la fase di copia dal modello (questo sì realizzato dall'artista).
Tra di questi scultori vi sono valenti esempi, come il Canova, o, in tempi più recenti, Auguste Rodin. 
Tuttavia, se quantomeno il Canova riprendeva il lavoro di finitura sulla scultura ormai portata allo strato semi-finito, di Auguste Rodin è invece comprovato che non abbia mai scolpito egli stesso il marmo, limitandosi nel migliore dei casi ad apportare eventuali lievissime modifiche, ed a firmarlo.
Nulla di scandaloso, beninteso. L'opera dell'artista era concentrata nella modellazione dell'opera in creta; tutte le produzioni successive (modello in gesso, colata in bronzo o copia in marmo) potevano/dovevano essere demandate ai propri assistenti, anche per far fronte alle richieste del mercato.

Ancora oggi in Versilia vi sono laboratori artistici specializzati proprio nella riproduzione in marmo dei modelli realizzati dagli artisti.
Il lavoro di sbozzatura del marmo è stato notevolmente semplificato dall'avvento della tecnologia informatica. Partendo dalla scansione 3D del modello ne riproducono una versione in marmo con l'impiego di macchine fresatrici a controllo numerico. Perde un po' di poesia, ma velocizza il lavoro di sbozzatura, che può essere portato a livelli davvero molto vicini alla resa finale. Poi interviene il mastro scalpellino, o l'autore stesso, che apporta le ultime finiture.
L'artista può anche scegliere di lasciare in vista i segni della macchina fresatrice, come per esempio fatto da Patrick Tuttofuoco nell'opera recentemente esposta a Torino alle OGR (immagine a lato). In questo caso l'artista ha fatto eseguire una scansione 3D del figlio appisolato, e ne ha fatto ricavare un "semifinito" da un'officina artistica per mezzo di una macchina fresatrice a controllo numerico.

Ma allora, l'opera in marmo è un falso?
No, così come non lo è quella in bronzo (ovviamente realizzata in fonderia). In genere, sia la copia in marmo che quella in bronzo discendono dall'opera modellata dallo scultore, che però, nella gran parte dei casi, è effimera, o realizzata con un materiale meno pregevole e durevole. In questi casi il modellato va perso, e l'originalità viene trasferita di fatto alle copie ricavate dal modello, siano esse in marmo, in bronzo, in resina, in gesso...

​Ok, ma se allora possiamo considerare "originale" anche la riproduzione eseguita dal modello, quanti esemplari è lecito che l'artista ne ricavi? Ha ancora senso parlare di "opera d'arte" nel caso di serie di centinaia o migliaia di pezzi (cosiddetti "multipli")?

E nel caso della "modellazione digitale", possiamo ancora parlare di "scultura"? Non è forse più simile ad una "fotografia" che non alla scultura tradizionale?

Materia per molti altri post... Per ora chiudiamo qui.
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Si fa presto a dire "bronzo"...

3/11/2018

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Fonderia Artistica Mapelli (Milano). La preparazione della cera nel calco in gomma siliconica.
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Fonderia Artistica Mapelli (Milano). Il forno pronto ad accogliere gli stampi in terra refrattaria.
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Fonderia Artistica Mapelli (Milano). I crogiuoli per la fusione del bronzo.
Come si realizza una scultura in bronzo?

Incredibilmente, la tecnica odierna è molto simile a quella impiegata in Grecia nel settimo secolo AC, da quando in sostanza è stata codificata la fusione della statua cava (prima di allora si fonderanno solo statue piene, di limitate dimensioni).
Naturalmente l'impiego della saldatura in epoca moderna ha consentito di raggiungere dimensioni un tempo inimmaginabili, ed ha anche facilitato molto il lavoro (fino al XIX secolo era necessario fondere in pezzi unici le opere, o mascherare le giunzioni al meglio).
Il recente avvento delle gomme siliconiche ha ulteriormente semplificato la realizzazione dei calchi, ma il procedimento è in sostanza immutato.
Le fasi sono articolate, perché il bronzo va colato in una forma (negativo), che deve essere ricavata su entrambi i lati della superficie del modello (altrimenti la scultura non verrebbe cava, ma piena). Occorrerà quindi realizzare una serie di calchi e contro-calchi (negativi e positivi), con un procedimento che dura tre o quattro settimane.

Schematicamente, per una scultura di piccolo e medio formato, partendo dal modellato in creta o plastilina fornito dall'artista:

1. viene realizzato un calco del modellato dell'artista (1° negativo);
2. viene realizzato il "modello in gesso" (1° positivo), utile ad evitare di lavorare sul modellato in creta o plastilina (duttile);
3. viene realizzato un calco in gomma siliconica sul modello (2° negativo);
4. viene realizzato un positivo in cera dello spessore di circa mezzo centimetro (2° positivo);
5. il positivo in cera viene riempito di terra refrattaria, e rivestito esternamente di terra refrattaria; cotta, prenderà la funzione di calco per la colata (3° negativo);
6. Nello stampo viene colato il bronzo, e si ricava la scultura finale (3° positivo);
7. Ripulita, cesellata e patinata, la scultura in bronzo è pronta.

Il procedimento è assai complesso, specialmente nel caso di sculture di grandi dimensioni. Il costo di un'opera in bronzo è elevato non solo a causa del costo del materiale da impiegare (il bronzo artistico è una lega di rame, stagno, zinco, manganese), ma soprattutto per la complessa lavorazione che richiede.

Avendo presente tutto il lavoro che c'è dietro, si può ben capire quanto sia importante l'abilità del Mastro Fonditore nella produzione di una scultura in bronzo.
A poco servirebbe il talento dello scultore, se poi il Mastro Fonditore non fosse in grado di tradurre in bronzo l'opera d'arte.
Ed infatti solitamente sulle opere in bronzo si trovano sia la firma dello scultore che il marchio della fonderia, a pieno titolo.

In Italia abbiamo una tradizione unica nell'arte della fusione a cera persa, un vero patrimonio culturale ed umano. Sono numerose le fonderie di primissimo piano, che con il loro lavoro hanno contribuito all'affermazione di importanti artisti.

Per approfondimenti sulla tecnica, rimando al sito della Fonderia Artistica Mapelli (Milano).
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La maquette

2/12/2018

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“Madonna con Bimbo al seno”, 2018
La maquette (bozzetto) è un modellino in scala ridotta di un’opera che si intende realizzare, utile per prendere confidenza con postura e proporzioni del soggetto.
Ve ne sono di meravigliosi esempi in Casa Buonarroti a Firenze, così come al Museo del Bargello.

In foto, bozzetto in scala 1:4 per una Madonna con bambino ispirata alla “Madonna della scala”, bassorilievo giovanile di Michelangelo conservato al museo Casa Buonarroti a Firenze (foto in calce).
Nel bassorilievo originale sembrerebbe esserci un errore nelle proporzioni della musculatura del Bambino Gesù, forse indotti dalla posizione torta del dorso.
Nello studio preparatorio ho ridotto lievemente le proporzioni ed accentuato la torsione del Bimbo, rivolto al seno della Madre.

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Michelangelo Buonarroti | Madonna della scala (1491 circa)
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Studio preparatorio da “Madonna della scala”, 2018
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Francesco Zavattaro Ardizzi | Sculture

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