"L'arte non è uno specchio per riflettere la realtà, ma un martello con cui darle forma."
Bertold Brecht
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'Si usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima'
George Bernard Shaw Camille Claudel fu allieva, modella, amante e musa di Rodin.
Nelle foto a margine, in ordine di esecuzione, il ritratto della giovane Camille (copia in gesso da modello in argilla), una copia in marmo eseguita da uno dei numerosi collaboratori con busto e braccia "imprigionate" nel blocco di marmo, ed infine una composizione eseguita da Rodin in tarda età, in cui al giovane volto di Camille sono accostate due mani sottili e rugose, portate alla bocca. L'influenza di Camille su Rodin fu eccezionale, sia per via della carica passionale che introdusse nell'atelier, sia per la incredibile capacità scultorea, molto più "moderna" ed impressionista di quanto non fosse quella del suo maestro (basta guardare ai numerosi busti-ritratti di Rodin ante-Camille per notare la differenza). Rodin ricevette molto da Camille, ma non fu in grado di restituirle il dono ricevuto. Già impegnato affettivamente, forse spaventato dall'indole incostante di Camille, non potè ricambiare il suo amore. Camille si allontanò da Rodin, viaggiò e tentò una propria carriera artistica, ma restò sempre all'ombra di Rodin. Nelle opere di Rodin si può leggere un forte senso di colpa per la condizione di Camille. Lo stesso "pensatore", figura principale della "porta dell'inferno" (opera distrutta da Rodin alla vigilia della sua esposizione al pubblico), raffigura un uomo robusto e vigoroso, e tuttavia chiuso su sè stesso, incapace di prendere una decisione. Le tre sculture a margine ben esprimono la condizione della povera Camille: impossibilitata ad esprimere la propria arte ed isolata dal mondo, Camille trascorse gli ultimi trenta anni della propria vita in un sanatorio mentale. Alla sua morte, Rodin volle che nel proprio museo, donato in lascito alla Francia, venissero raccolte anche le opere di Camille. 'Come la pittura, anche la scultura ha la possibilità di vibrare in mille spezzature di linee, di animarsi per via di sbattimenti d'ombre e di luci, più o meno violenti, d'imprigionarsi misteriosamente in colori caldi e freddi - quantunque la materia ne sia monocroma.'
Medardo Rosso Medardo Rosso (1858-1928) fu il principale esponente dell'impressionismo in scultura. Nato a Torino, visse e lavorò a Parigi, dove venne a contatto con il movimento impressionista. Influenze dell'Impressionismo in scultura si trovano anche nelle opere di Degas, Renoir, Rodin e Bourdelle. Nessuno di questi fu però in grado di sviluppare una propria declinazione della corrente impressionista come Medardo Rosso. Sua peculiarità, l'uso di cera applicata su sagome in gesso per rendere un effetto vibrante, morbido e dai contorni indefiniti. Questa tecnica risultò particolarmente efficace nella resa dei contrasti tra luci ed ombre, opacità e trasparenza. Il materiale ideale per un artista impressionista. Tuttavia, la cera è un materiale instabile, facilmente deteriorabile nel tempo. Molto contemporaneo, in tal senso (alla Biennale di Venezia l'artista Roberto Cuoghi ha esposto delle sculture in materiale organico, simile ad un impasto per il pane, volutamente degradabili), ma forse non il massimo per un collezionista attento anche alla conservazione dell'opera nel tempo. Per questa ragione le opere di Medardo Rosso in "cera su gesso" sono oggi conservate in teche di cristallo. Per Medardo Rosso, probabilmente questa tecnica presentava anche un vantaggio economico, dal momento che gli consentiva di realizzare "in proprio" repliche delle sue opere a basso costo, senza dover incorrere nei costi di fonderia. Una magnifica collezione di sue opere è conservata presso la GAM di Milano. Tra i suoi soggetti preferiti, i volti dei bambini. "Per me la bellezza femminile, come quella virile o dei fanciulli, è sempre come la bellezza dell’intera creazione, un’emanazione della bellezza assoluta, divina."
Francesco Messina (1900-1995) “L’arte è l’espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice.”
Albert Einstein "A sculptor is a person who is interested in the shape of things, a poet in words, a musician by sounds"
Henry Moore
"Otterrete la verità soltanto grazie alla scultura poiché quest'ultima obbliga l'artista a non trascurare nulla di quello che conta"
Edgar Degas L'art n'est pas ce que tu vois, mais ce que tu fais voir aux autres.
Edgar Degas "Les artistes qui cherchent la perfection en tout sont ceux qui ne peuvent l'atteindre en aucune partie."
Eugène Delacroix Un artiste ne finit jamais vraiment son travail, il l'abandonne tout simplement.
Paul Valery
Come è nata l'idea di realizzare una scultura rappresentante la Madonna della Scala? Essenzialmente lavorando sullo studio del bassorilievo di Michelangelo, conservato in Casa Buonarroti a Firenze, che ho avuto modo di ammirare nel corso di un periodo di studio svolto nell'estate del 2017 presso la "The Florence Academy of Art".
Nell'eseguire il disegno di studio (immagine a margine) sono state ridotte le proporzioni delle mani della Madonna e la muscolatura del Bambino, probabilmente enfatizzate dal giovane Michelangelo per conferire maggior effetto prospettico al bassorilievo. La scultura a tutto tondo Nell'eseguire il disegno di studio, è sorta l’idea di tentare una raffigurazione spaziale in tre dimensioni del capolavoro originale. Il "lato nascosto" del bassorilievo poteva infatti essere riprodotto a partire dagli indizi visibili nel bassorilievo, e messi in luce dal disegno di studio, Lo studio preparatorio si è concentrato innanzitutto sulla postura della Madonna, sullo studio delle vesti e sulla posizione del Bambino. L'esame delle vesti ha evidenziato in particolare l'assoluta coerenza del drappeggio del mantello, raccolto con la mano destra ed appena visibile nel bassorilievo originale. Dalla posizione del piede destro è stato altresì possibile intuire la posizione della gamba, non visibile nel capolavoro. Lo stesso dicasi per il braccio destro. Il risultato mi ha consentito di apprezzare maggiormente la postura scelta da Michelangelo per la Madonna, che nella vista spaziale a tutto tondo rende ancora più percepibile il senso di protezione e pudicizia nell'atto di scoprirsi il seno per allattare il Figlio. Per la modellazione della scultura ho scelto una creta a grana media, semirefrattaria. Al contempo ho scelto di ridurre la scala di rappresentazione a circa la metà del bassorilievo originale (approssimativamente 1/4). Ho predisposto un'armatura metallica ed una seduta in legno, sulla quale ho impostato l'opera, procedendo per affinamenti progressivi (foto 1) Per addivenire all'opera finale, in bronzo, ho dovuto dapprima eseguire un calco siliconico del modellato in creta (foto 2, 3, 4). Dal calco è stato ricavato il positivo in cera (foto 5), e da questo il bronzo (tecnica "a cera persa"). Il bronzo è stato quindi cesellato, controllato e ritoccato (foto 6), ed infine patinato con acidi e solventi (foto 7). Positivo in cera, colata in bronzo, cesellatura e patina sono state materialmente eseguite dalla Fonderia Artistica Mapelli di Cesate (Milano).
“L’arte, uno dei luoghi principali dell’originaria esperienza del mondo”
Cit. Giulio Argan in “Manzù - Marino. Gli ultimi moderni”, pg.23 (Barbara Cinelli) #giacomomanzù #marinomarini #scultura
La maquette (bozzetto) è un modellino in scala ridotta di un’opera che si intende realizzare, utile per prendere confidenza con postura e proporzioni del soggetto.
Ve ne sono di meravigliosi esempi in Casa Buonarroti a Firenze, così come al Museo del Bargello. In foto, bozzetto in scala 1:4 per una Madonna con bambino ispirata alla “Madonna della scala”, bassorilievo giovanile di Michelangelo conservato al museo Casa Buonarroti a Firenze (foto in calce). Nel bassorilievo originale sembrerebbe esserci un errore nelle proporzioni della musculatura del Bambino Gesù, forse indotti dalla posizione torta del dorso. Nello studio preparatorio ho ridotto lievemente le proporzioni ed accentuato la torsione del Bimbo, rivolto al seno della Madre. "Ecco il destino dell'arte. Farci entrare in una storia, farci iniziare un viaggio senza doversi mai spostare"
Francesco Bonami | L'arte nel cesso, 2017 |